Hispania - Aragona e Castiglia 2011 - Team Leonida - Avdenture Riders

Vai ai contenuti

Menu principale:

Hispania - Aragona e Castiglia 2011

I Viaggi

guarda il film in HD con il player di

"C'è sempre una Spagna nel mio serbatoio" - Riccardo - Saragozza 9 luglio 2011

partecipanti

raid completo
Riccardo: BMW R 1150 GS - Michele: BMW R 1200 GS Adventure

raid parziale
Luca e Adriana: BMW R 1200 RT - Franco e Monica: Suzuki V-Strom 650 - Christian: BMW R 1200 GS Adventure

partenza Venerdì 8 luglio 2011 - ritorno sabato 16 luglio 2011


Hispania! Così la chiamarono gli antichi romani quando conquistarono la penisola iberica e ne fecero una loro colonia per ben 600 anni.
Eravamo già stati in Spagna nel 2008, e parte del nostro cuore vi era rimasta al nostro ritorno.
Il richiamo per quella terra meravigliosa era troppo forte perché lo ignorassimo ed eccoci qui, a distanza di tre anni, a pianificare nuovamente un Leonida Raid che ci porterà a visitare una Spagna storica, medievale, ricca di castelli, fortezze e antichi “pueblos”.
Andremo a visitare “l'Hispania”.

Il nostro viaggio inizia, come ormai tradizione vuole, alle 4.00 di mattina dal casello di Pontremoli. In questa giornata ci attendono circa 950 km di marcia di trasferimento.
Attraverseremo tutta la Francia e faremo tappa nel Principato di Andorra, il piccolo stato che si trova sui Pirenei orientali tra Francia e Spagna.
Come sempre, l'idea di partire alla mattina presto si rivela vincente. Anche questa volta abbiamo evitato il forte traffico che solitamente si trova nei pressi di Genova, di Nizza, e di Marsiglia. Insomma stiamo viaggiando spediti verso la nostra meta godendo anche di una bella giornata di sole estivo.
Essendo nettamente in anticipo secondo la nostra tabella di marcia, ci concediamo diverse soste per avere così la possibilità di idratarci spesso.
Il sole di luglio nelle ore più calde mette davvero alla prova il nostro fisico e quindi meglio bere spesso e prevenire eventuali colpi di calore.
Lungo il tragitto mi accorgo che il mio navigatore non riceve più la carica dal supporto scaldandosi parecchio. Tentiamo di risolvere il problema controllando i contatti e facendone di nuovi senza alcun successo. Mi accorgo invece che quando l'apparecchio si raffredda diventa possibile caricarlo dalla presa accendisigari per poi farlo funzionare con la sua batteria interna. Questo disagio mi accompagnerà in tutto il viaggio, tuttavia, sono tranquillo perché Riccardo ha montato sul suo GS due navigatori, un Garmin Zumo 550 e un TomTom Rider Pro.

All'altezza di Perpignan abbandoniamo l'autostrada ed imbocchiamo la N116 alla volta di Andorra.
Il cambio di paesaggio ci avverte che stiamo per scalare i mitici Pirenei. La nostra meta ormai non è lontana.
Il piccolo stato di Andorra è un principato retto da due principi o coprincipi, uno è il vescovo della diocesi spagnola di Urgell e l'altro è il presidente della Repubblica Francese. In realtà i due principi hanno una figura meramente rappresentativa e di fatto delegano i poteri ai loro rappresentanti nello stato. Di fatto è il Primo Ministro che insieme al suo Governo esercita il potere ad Andorra. Ogni tanto i due coprincipi si recano nel principato in visita ufficiale e vengono accolti dalla folla in festa.
In tutto il mondo vi è solo un altro paese con la particolarità di avere due capi di stato: La Repubblica di San Marino.
Attraversando il principato abbiamo contato un incredibile numero di stazioni di servizio, questo naturalmente è dovuto allo status di paradiso fiscale di cui gode Andorra. Qui molti turisti in transito, approfittando del “Porto Franco”, si fermano per cambiare pneumatici, rifornire e comprare qualsiasi altra cosa.
Troviamo un bel campeggio attrezzato ad Andorra La Vella, la capitale del Principato. Questa città si trova a 1023 metri sul livello del mare ed è quindi la capitale più alta d'Europa.

Oggi ci attende una tappa abbastanza tranquilla, dobbiamo raggiungere Saragozza e percorreremo circa 305 km di strade statali.
Lasciamo Andorra alle nostre spalle ed entriamo finalmente in Spagna. Più precisamente in Catalogna. Scendiamo lentamente dai Pirenei percorrendo la C14. Il paesaggio è veramente bello, i nostri occhi scrutano l'orizzonte affascinati. Verrebbe voglia di fermasi e stare un po' di tempo in silenzio a contemplare il paesaggio, ma naturalmente non è possibile e quindi ci accontentiamo di qualche sosta qua e la per scattare delle buone fotografie.

All'altezza di Artesa de Segre deviamo sulla C26 che teniamo fino all'ingresso in Aragona. Il paesaggio nel frattempo è cambiato, ora la strada costeggia enormi distese di campi di grano. Le montagne hanno lasciato il posto a grandi colline coltivate che mano a mano ci avviciniamo a Saragozza digradano dolcemente.

Verso le tre del pomeriggio arriviamo a Saragozza. Questa notte scegliamo di dormire in un albergo al centro della città per avere la possibilità di visitarla un po'.
Visto che ci siamo sempre trovati bene con gli Hotel Ibis, facciamo lo stesso anche questa volta.
La scelta si rivela quantomai azzeccata. L'Hotel Ibis, infatti, si trova proprio in centro a poche centinaia di metri dalla Cattedrale del “Pilar” e sulla riva del fiume Ebro, il più grande fiume della Spagna.

Saragozza, è la capitale della regione di Aragona. La città fu fondata dall'Imperatore Cesare Augusto nel 25 a.c. che le diede il nome di “Caesaraugusta”. Grazie alla sua posizione che la vede equidistante da città importanti come Barcellona, Madrid, Valencia, Bilbao e Tolosa, è diventata un importante nodo di comunicazioni. Per questo, Saragozza oggi è la quarta città della Spagna per sviluppo economico.

Uno dei monumenti più conosciuti di Saragozza è la Basilica di Nostra Signora del Pilar, detta anche El Pilar. Questa chiesa, secondo la tradizione fu fondata da San Giocomo Apostolo detto il Maggiore dopo che nell'anno 39 d.c. Maria Vergine si recò da Gerusalemme a Saragozza per portare conforto all'apostolo che era frustrato dagli scarsi risultati della sua predicazione.
La Vergine Maria, sulle sponde del fiume Ebro, fece dono all'apostolo di un pilastro di diaspro chiedendogli di edificare un tempio in suo onore nelle vicinanze.
Oggi il pilastro di diaspro, si trova nella stesso punto originale in cui lo pose San Giacomo, all'interno della Basilica ed è ricoperto da uno strato di bronzo e argento. Sul retro della cappella, per i fedeli, è presente un'apertura che consente di vedere, toccare, baciare e venerare il pilastro originale che nonostante i secoli è ancora perfettamente conservato.

Dopo la dovuta visita alla “Basilica del Pilar”, ci divertiamo a fare un giro per le vie della città perdendoci nella movida di Saragozza. Terminiamo la serata con una bella cena a base di paella, jamon iberico e sangria.

Domenica 10 luglio, siamo al terzo giorno del nostro viaggio. Lasciamo presto Saragozza diretti ad Alcañiz dove questa sera abbiamo appuntamento con il resto del Team che è già in viaggio dall'Italia.
Oggi dobbiamo percorrere solamente 127 km e ce la prenderemo molto comoda per apprezzare il più possibile il paesaggio che in questa zona è particolarmente arido.
Nonostante questo gli spagnoli, mediante ingegnosi sistemi di irrigazioni e canalizzazioni, sono riusciti a rendere coltivabili tutte queste terre. Le coltivazioni più diffuse in queste zone sono l'ulivo e il grano.

Nel primo pomeriggio arriviamo ad Alcañiz e ci sistemiamo nel campeggio adiacente al circuito di Aragona dove si corre il Motomondiale. Una volta allestito il nostro campo base ci dedichiamo qualche ora di relax in piscina.

Il lunedì inizia abbastanza presto, ci aspettano circa 350 km di strada statale. Forse i nostri compagni che sono arrivati ieri sera tardi dall'Italia non hanno avuto la possibilità di riposare abbastanza. In ogni caso ormai siamo in ballo e dobbiamo necessariamente partire per rispettare i tempi previsti.
Visiteremo diverse località molto pittoresche ma prima facciamo una puntata al castello di Alcañiz che domina dall'alto tutto il paesaggio circostante.

La strada che percorriamo in direzione di Teruel si chiama “Ruta del Tambor” (Rotta del Tamburo). In queste zone, questo strumento è molto popolare. Nella settimana di Pasqua viene suonato a lutto durante la festa de “Las Tamboradas”.

Purtroppo non ci è possibile visitare Teruel perchè oggi c'è la festa del santo patrono e la città è completamente chiusa al traffico. Siamo costretti ad andare oltre e proseguire con la tappa successiva.

La strada, con le sue curve seducenti e sinuose, si lascia languidamente baciare dalle nostre moto che vi scorrono sopra e ci accompagna attraverso la Sierra de Albarracìn.
Siamo entusiasti e al tempo stesso ubriachi di curve quando giungiamo all'omonimo borgo che è stato dichiarato monumento nazionale.
Albarracìn è un pueblo abbarbicato sulle rocce. Il centro storico è reso caratteristico dal colore rosa delle sue case. Le mura di protezione, molto belle e ancora ben conservate, risalgono al periodo della dominazione islamica.

Dopo aver attraversato i bellissimi paesini di Mora de Rubielos e Rubielos de Mora arriviamo a Molina de Aragon, una bellissima cittadina dominata dalle torri dell'antico Alcazar.
Dopo aver scattato alcune belle fotografie e aver preso un souvenir della Guardia Civil continuiamo per Alcolea del Pinar e poi proseguiamo per Cifuentes dove ci fermiamo per la notte. Nel frattempo abbiamo lasciato l'Aragona e siamo entrati in Castiglia-La Mancia.
L'assenza di campeggi ci obbliga a cercare un albergo ma un simpatico signore ci suggerisce un ostello economico e molto confortevole proprio in centro.
Siamo davvero fortunati, il nostro amico ci ha dato una buona informazione, l'ostello Secuoyas si trova proprio nella Plaza Mayor. Alla fine dormire al Secuoyas ci costa poco di più rispetto a un campeggio ma con trattamento da albergo e moto ricoverate al chiuso. Meglio di così non poteva andare. Dobbiamo festeggiare degnamente con una cena tipica locale.

Siamo arrivati a martedì 12 luglio. La giornata di oggi si prevede impegnativa e ricca di spunti interessanti. Per prima cosa andiamo a visitare il centro di Guadalajara dove, grazie alla enorme disponibilità e gentilezza degli operai che vi lavorano, abbiamo la fortuna di entrare nella “Plaza de Toros”.

Salutati gli amici di Guadalajara andiamo a Madrid.
L'idea non è quella di vistare la città perché già l'abbiamo fatto nel 2008. Vogliamo visitare il museo Taurino che si trova all'interno della Plaza de Toros de las Ventas di Madrid.
L'arena di Madrid, praticamente un monumento nazionale, è la più importante della Spagna, la terza al mondo per dimensioni ed è sicuramente tra le più prestigiose in assoluto.
Durante la corrida l'arena di Madrid arriva a contenere fino a 10.000 persone tutte con posti a sedere.
In questi giorni stanno preparando l'arena per la manifestazione motociclistica RedBull X-Fighters, noi riusciamo ad entrare e a dare un occhiata grazie ad un amico dell'organizzazione. Beh è una vera emozione vedere i piloti che si esercitano. Sarebbe bello poter rimanere per vedere lo spettacolo vero e proprio ma l'evento è fra tre giorni e noi dobbiamo per forza andare.
Ringraziamo il nostro amico, e andiamo a visitare il museo.
Le riprese all'interno del museo sono severamente vietate e la vigilanza è molto attenta, per questo non possiamo farvi vedere le opere d'arte e i cimeli che vi sono custoditi.

Soddisfatti di questa visita, lasciamo Madrid in direzione di Collado-Villalba. Successivamente deviando sulla M608 raggiungiamo Manzanares el Real.
Il possente “Castello dei Mendoza” che risale al XV secolo è stato dichiarato nel 1931 “monumento di interesse storico e artistico.
Il castello ospita un museo riguardante i castelli della Spagna e vanta una bellissima collezione di arazzi.

La M608 corre lungo la costa del lago di Santillana e dopo una breve pausa per il pranzo ci troviamo a risalire la Sierra de Guadarrama percorrendo la M611. Questo tratto offre una vista panoramica deliziosa. Dopo un susseguirsi di curve divertenti raggiungiamo il Puerto de la Morcuera a quota 1796 m.
Continuiamo in direzione Puerto de Navacerrada e valichiamo quindi la Sierra de Guadarrama. Lungo la strada ci fermiamo ad ammirare una fontana che al suo intorno si sono radunati tori, mucche e cavalli al pascolo.
Abbiamo approfittato della sorgente per ripristinare le nostre riserve di acqua.

Ripartiamo alla volta di San Ildefonso-La Granja attraverso un percorso ricco di curve, stretti tornanti e fitta vegetazione boscosa.
Prima di arrivare a Segovia la “Tempesta” che ci accompagna in ogni viaggio torna a farci visita e all'altezza di Rio Frio siamo costretti a trovare un riparo di fortuna.

Il mercoledì inizia con una bella visita alla città di Segovia. Arrivando in città si scorge già da lontano il bellissimo ponte dell'acquedotto romano. É un'opera grandiosa se pensiamo all'epoca in cui venne costruito che risale alla seconda metà del I secolo d.C.
L'acquedotto è il simbolo della città ed infatti è raffigurato nello stemma cittadino.
Parcheggiamo le nostre moto proprio sotto questa magnifica opera romana e facciamo alcuni passi verso il centro.
Nel 1985 il centro antico di Segovia è stato inserito dall'UNESCO tra i Patrimoni dell'Umanità.
Non è azzardato dire che passeggiare per le strade di Segovia è come fare una passeggiata indietro nel tempo.
Nel punto più alto della città troviamo la Plaza Mayor dalla quale si scorge subito la maestosa cattedrale. Continuando lungo il percorso arriviamo al palazzo dell'Alcazar, una delle più scenografiche fortezze di tutta la Spagna.
Siamo davvero emozionati a trovarci qui a camminare per le vie di una città che vanta una storia di ben 2000 anni.

Riprendiamo l'itinerario diretti a Pedraza. Ma lungo la strada siamo costretti a fermarci perché il diabolico geometra si è perso e non riusciamo a metterci in contatto con lui per capire la sua posizione.

Decidiamo di proseguire. Recupereremo il geometra a Pedraza. La strada che ci conduce a questa famosa località è piacevole. Nell'ultimo tratto non è tenuta benissimo però è comunque divertente considerato che siamo immersi nel verde ed il traffico è quasi pari a zero. A causa delle forti piogge di ieri la temperatura si è abbassata ci circa dieci gradi. Il cielo è coperto e non promette niente di buono.

Pedraza è un antico borgo costruito sopra a uno sperone roccioso. Si accede e si esce attraverso una sola via che passa per una porta fortificata. All'interno delle mura si ha l'impressione che il tempo sia rimasto fermo di alcuni secoli.
Gli edifici sono tutti in pietra; è da ciò che deriva il nome Pedraza.

Continuiamo il giro e ci dirigiamo a sud-ovest. Entriamo nella regione Castiglia e Leon per dare un'occhiata alla città di Avila e alle sue maestose mura di cinta con oltre 80 torri di guardia.

Lasciata Avila prendiamo la N403 e ci addentriamo in percorso di montagna sinuoso ed appagante. La curve si susseguono una dopo l'altra e sembra che vogliano invitarti a piegare sempre di più. Il panorama è davvero suggestivo. Scavalchiamo il Puerto de la Paramera e notiamo che nella vallata che adesso si apre davanti a noi il tempo è nettamente migliore. Il sole è tornato a scaldare come ci si aspetta che faccia in Spagna.
Stiamo lasciando la Sierra de Gredos. Arrivati a San Martin Valdeiglesias ci fermiamo per passare la notte. Abbiamo trovato un campeggio con piscina e non ci lasciamo scappare l'occasione di un bel bagnetto.

Il settimo giorno del tour, giovedì, presenta una insolita novità per i nostri Leonida Raid.
Arrivati a Toledo, il gruppo che si era unito a noi domenica scorsa decide di fare una variazione al programma per dare, giustamente, la possibilità di visitare la città a coloro che non vi erano mai stati. Io e Riccardo invece proseguiamo desiderosi di portare a termine il programma originale. Ci lasciamo quindi con la promessa di ritrovarci fra due giorni a Barcellona.

La C400 che da Toledo ci porta verso Mora è praticamente un grande rettilineo che sembra non avere mai fine. Alla nostra vista si alternano grandi piantagioni di ulivi a tratti di campagna desolata dalla terra rossa colore del fuoco. Il sole è molto forte, l'asfalto rovente mette a dura prova il nostro fisico. Il traffico è praticamente inesistente e per lunghi tratti siamo gli unici viaggiatori che percorrono questa strada.

Avvicinandoci a Consuegra, la caratteristica sagoma della Cresterìa Manchega ci si para davanti. Questa collina si erge fiera sulla pianura circostante e da lontano lascia intravvedere i suoi giganti.
Percorriamo la bella strada che sale su fino in cima, e non possiamo che rimanere estasiati ad ammirare i giganti nemici di Don Chisciotte della Mancha. È proprio in questa località che Miguel de Cervantes ambienta la scena del combattimento contro i mulini a vento.
I tredici “giganti” di Don Chisciotte, perfettamente conservati e il castello che fa loro da contorno, rendono questo luogo molto suggestivo. Alcuni di questi mulini sono stati trasformati in piccoli musei.

Lasciamo Consuegra e percorrendo sempre la C400 arriviamo ad Alcazar de San Juan dove ci fermiamo un attimo a dare un sbirciata alla Plaza de Toros attraverso il cancello.
Peccato che non si possa entrare nell'arena. Entriamo tuttavia nel bar della Plaza de Toros che conserva molti cimeli delle corride passate. Sembra di stare dentro un piccolo museo taurino.

Riprendiamo la strada e facendo una deviazione sulla N420, attraversiamo Mota del Cuervo e ci fermiamo a Campo de Criptana dove possiamo ammirare altri mulini a vento.
Stiamo viaggiando sulla strada turistica che ripercorre le gesta del personaggio creato da Miguel de Cervantes. Sono numerosi i cartelli che ci rammentano le gesta di Don Chisciotte.

Andiamo avanti sino a raggiungere la località di Belmonte dove ci fermiamo un attimo ad osservare il suo bellissimo castello che domina dall'alto tutto il centro abitato. Questo castello, in stile gotico-mudéjar, fu commissionato da don Juan Pacheco marchese di Villena, nella propria città natale, come residenza personale.
Opera del maestro Hannequin di Bruxelles, venne costruito sul monte San Cristóbal e presenta una pianta unica. La corte d’armi è un triangolo equilatero ed è l’elemento attorno al quale si sviluppa tutto l’edificio. Il castello ha la forma di una stella a sei punte e sull’estremità di ogni punta c’è una torre cilindrica.

Stiamo volgendo al termine di questa giornata, continuiamo sulla N420 per raggiungere la città di Cuenca dove abbiamo deciso di fare sosta per la notte. Siamo fortunati anche qui e troviamo un bellissimo campeggio dotato di tutti i confort. Dopo un'altra giornata molto calda non potevamo farci mancare un altro tuffo in piscina.

La mattina di venerdì si apre con la visita alla Ciudad Encantada, un sito naturale della Serrania de Cuenca che è famoso per le sue particolari conformazioni rocciose. Il fiume Jùcar insieme agli agenti atmosferici hanno modellato le rocce in bizzarre sculture di varie forme.
Questo paesaggio ci da veramente l'impressione di essere uscito da un libro delle fiabe.
È incredibile osservare le forme che le rocce hanno assunto nel corso di migliaia di anni. Effettivamente il nome “città incantata” per questo sito non poteva essere più appropriato.

Ancora estasiati da questo posto fantasmagorico, riprendiamo la moto e ci dirigiamo verso un altro luogo molto suggestivo: il “Ventano del Diablo” che è uno spettacolare belvedere a strapiombo sul profondo canyon scavato dal fiume Jùcar.

Ritorniamo a Cuenca percorrendo il “Camino de San Isidro” e andiamo a visitare questa meravigliosa città dichiarata patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO nel 1996.
Il centro della città è caratterizzato dalla bella cattedrale gotica, ma l'attrazione più incredibile sono le “Casas Colgadas” che tradotto significa le case sospese. Questi edifici sembrano proprio spuntare dalla roccia. Un volta erano utilizzate dalla famiglia reale come residenza estiva, oggi una di queste case ospita un museo.

La vacanza sta volgendo al termine, Cuenca era l'ultima tappa del nostro itinerario. Ora ci aspetta un lento ritorno verso casa. Impostiamo il navigatore e partiamo. Nella serata ci fermiamo a Tarragona con l'intento di gustare la nostra ultima paella di questa vacanza.


Arriviamo a Tarragona in serata e facciamo subito conoscenza con un motociclistica locale a bordo di una BMW GS 1200 al quale chiediamo alcune informazioni. Il nostro nuovo amico si dimostra subito molto disponibile e decide di accompagnarci per le vie di Tarragona per trovare un buon albergo. Prima facciamo una sosta nel bar dove si ritrovano i mototuristi di Tarragona. Veniamo accolti con grande amicizia da tutti e subito ci viene offerto un aperitivo. Rimaniamo un po' a parlare con tutti e poi Juan Ramon, questo è il nome del nostro nuovo compañero, ci ha accompagnati all'albergo.
Vogliamo davvero ringraziare tutti gli amici di Tarragona per l'amicizia dimostrata ed un ringraziamento particolare va a Juan Ramón Rebenaque Sabaté
che per stare con noi è anche arrivato tardi al lavoro. Grazie.
Dopo una bella doccia approfittiamo del ristorante dell'albergo per celebrare l'ultima serata spagnola con “paella de mariscos” e sangrìa.

Nella tarda serata di sabato 16 luglio facciamo finalmente ritorno a casa. Il resto del gruppo ha fatto rientro la domenica perchè hanno fanno una deviazione in più e quindi non ci siamo trovati a Barcellona.
Anche questo Leonida Raid è andato bene, ci siamo divertiti e abbiamo visitato luoghi veramente unici. Sicuramente un giorno torneremo in Spagna... Zan Zà !!!

 
 
 
Torna ai contenuti | Torna al menu