Elefantentreffen 2010 - Team Leonida - Avdenture Riders

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Elefantentreffen 2010

I Viaggi

ELEFANTENTREFFEN
il raduno degli elefanti
di Riccardo Simoncini


29 GENNAIO 2010 - Elefantentreffen 2010... che avventura!!!

Salve mi presento sono Riccardo, lo zio del Team Leonida. Quest’anno navigando su internet mi è venuta l’idea di provare a partecipare al famosissimo motoraduno degli elefanti in Germania che si svolge ogni anno sotto la neve tra il 29 e il 31 gennaio.
Per Natale cominciai ad avere il tarlo che picchiava... però non ero del tutto sicuro perché si tratta di un viaggio descritto come estremo da tutti e non ero in verità consapevole di cosa si potesse trovare lungo il tragitto.
Presi i dovuti contatti con un gruppo di Milano decido di andare. Vado anche per rendere una testimonianza personale di cosa veramente si trova e soprattutto si prova ad affrontare un viaggio del genere, non tanto per i chilometri ma per il gran freddo del periodo.
Preparata la moto in tutti i particolari: catene da neve; ramponi per gli stivali da moto e un gran numero di maglioni; finalmente arriva il giorno della partenza.
Mi alzo alle tre di notte, faccio colazione e parto alle tre e mezza. Mia mamma mi guarda andare via con qualche perplessità visto che il termometro segna -6°.
Con molta attenzione arrivo al punto di ritrovo, l'area di servizio Nogaredo sulla A/22 del Brennero. Il mio cuore comincia a palpitare perché iniziano ad arrivare centinaia di motociclisti diretti tutti verso la stessa meta, l’Elefantentreffen, tutti votati alla rinuncia ignorando per quanto sia possibile il freddo, tutti per avere la gioia e la soddisfazione di riuscire ad arrivare alla meta.

Arriva il gruppo di Milano tutti con moto BMW. Il nostro gruppo e’ formato da 56 elementi, le moto sono tutte lucide, sembrano gioielli usciti di casa per una grande festa. Arrivati ad un centinaio di km prima di Monaco di Baviera inizia a nevicare e lì sorgono i primi problemi: la paura di scivolare e di rompere proprio quei bellissimi gioielli che sono queste moto.
Verso le quattro del pomeriggio arriviamo a Monaco, la temperatura è di -4°. Una doccia rovente e la mente e’ già altrove, pensa già alla giornata di domani visto che le previsioni mettono inesorabilmente neve. Alla sera dopo un’abbondante cena si va ha riposare. L’indomani mattina la sveglia è alle sei... è il grande giorno!

30 GENNAIO 2010

Fuori nevica, il manto stradale e’ bianco ma ormai siamo in ballo e bisogna ballare. Un’abbondante colazione e si parte. Dopo pochi km un nostro compagno perde il controllo della moto e cade, la moto vola... lui in mezzo all’autostrada riesce a schivare le macchine. Il tempo, per un interminabile istante si ferma... ci fermiamo tutti... temiamo il peggio ma fortunatamente si rialza. La moto é ammaccata ma viene prontamente ripristinata dai meccanici BMW al seguito e si riparte. Il programma non cambia la meta è là, ci aspetta! Il freddo si fa sentire ma stringo i denti; non bisogna mollare, il traguardo è vicino.
Usciti dalla superstrada ci inoltriamo in una piccola strada ancora con tratti abbondantemente innevati. Ci siamo quasi, il freddo aumenta ancora ma non ci si fa più caso. Si incontrano le moto più strane: sidecar; trike; moto di ogni genere. Tutti salutano e lì il cuore si scalda di una gioia immensa.
Ancora pochi chilometri e siamo arrivati.
Il cuore è in gola. Pochi metri e mi ritrovo sotto lo striscione che dice cinquantaquattresimo Elefantentreffen. C'è l’ho fatta! La gioia è tanta che ti fa dimenticare il freddo. C'è tanta gente in tenda in mezzo alla neve, tutti per sfidare chissà... il freddo... se stessi... tutti a salutare come se ci fossimo conosciuti da sempre.
Si riparte per Monaco con la felicità di essere riuscito ad arrivare. Ma la via per Monaco è dura. Dopo qualche chilometro inizia a nevicare ma non molliamo e ad un certo punto, a pochi chilometri da Monaco la strada diventa una pista da pattinaggio. E' dura per il fisico a causa del freddo che non molla; è dura per la testa che non deve fare errori. La tensione è al massimo. Si procede a passo d’uomo, le moto fanno sentire tutto il loro peso. Alcuni compagni iniziano a cadere per fortuna senza conseguenze vista la velocità bassissima, e quando ormai eravamo a poche centinaia di metri dall’albergo, ahimè... anche a me tocca cedere al ghiaccio. Mi rialzo e cerco di sollevare la moto ma scopro con stupore che riesco a spostarla come se fosse un slitta con le ruote. Sembrava un pista di pattinaggio.
Arrivati in albergo faccio una bella sauna di vapore. La sera ceniamo in un famoso ristorante di Monaco. Un'orchestra ed un gruppo di danza locale presenti nel ristornate hanno allietato il nostro banchetto. La giornata e’ stata come una battaglia molto dura, specialmente alla fine, ma essere arrivati all’Elefantentreffen ci ripaga di tutta la fatica e del pericolo corsi.

La Storia
L'Elefantentreffen è il più famoso raduno motociclistico invernale europeo che nel 2010 ha festeggiato la sua 54° edizione annuale. Si svolge tutti gli anni alla fine del mese di gennaio per una durata di tre giorni, in località site in centro Europa (Germania, Austria).
La elefanten che diede il nome al raduno
La prima edizione risale infatti al 1956 come raduno delle motociclette Zundapp -KS-601-Gespanne, le mitiche moto color verde militare utilizzate dall'esercito tedesco durante la seconda guerra mondiale. Mezzi questi soprannominati appunto "Elefanten". La storia cominciò con un gruppo di amici che sognava un raduno annuale di sidecar Zundapp, con il passare del tempo il raduno divenne un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati prima di sidecar e poi di moto in genere.
Negli ultimi anni, dal 1988, il luogo di ritrovo è fissato in Germania, precisamente nella foresta di Loh Thurmansbang-Solla, ad una sessantina di chilometri da Passau. In passato, luogo del raduno sono stati il circuito del Nürburgring e quello di Salisburgo. Queste riunioni in città sono state eliminate a causa dell'altissimo numero di partecipanti ed al conseguente disagio creato. Le temperature molto rigide, quasi sempre di molto sotto lo zero, la neve e le precipitazioni ne fanno una meta difficile da raggiungere in motocicletta o sidecar, particolarità che accresce il valore dell'impresa da parte dei frequentatori, aumentata anche dal fatto che l'organizzazione non prevede alberghi o camere attrezzate, ma solamente posti tenda.
Il posto finale si raggiunge tramite diverse stradine ed è situato in una vallata chiusa su tutti i lati (presumibilmente potrebbe essere stata una cava in quanto il fondo della valle è un grande piazzale in cui si trova una fontana, rigorosamente ghiacciata). Nella zona esistono solo piccole frazioni servite da alcuni negozi di alimentari.
Il numero di motociclisti è sempre molto elevato, sull'ordine dei tre -quattromila persone, tutti in tenda o in capanne di tende e legno con stufa interna. Queste ultime sistemazioni sono per lo più di gruppi ben organizzati che rimangono in zona anche tutta la settimana. Il luogo di provenienza è da tutta Europa ed anche dai paesi baltici e dell'Est. La birra scorre a fiumi, ma non ci sono intemperanze. L'organizzazione fa pagare un biglietto di ingresso e dona una medaglia ricordo, inoltre fornisce, a pagamento, balle di paglia ai partecipanti. (fonte Wikipedia)


31 GENNAIO 2010

È il giorno del rientro. Piano piano, chilometro dopo chilometro si torna verso casa. Il freddo non molla. Percorriamo più di cento chilometri tra il confine germanico e quello italiano con temperature che  vanno da -8° a -13°.
È davvero dura, la stanchezza e la tensione dei giorni scorsi si fanno sentire. Si arriva in Italia ma le notizie non migliorano vengo informato dai miei amici che mi stanno aspettando a casa che a Parma nevica e chissà come sarà la A/15, la strada che mi deve portare a casa.
Saluto i miei compagni di viaggio. Ora sono solo e non so cosa mi aspetta più avanti. Arrivo a Parma, la strada è abbastanza sgombra e imbocco l'A/15.
Adesso mi trovo solamente ad una cinquantina di chilometri da casa mia; dai miei famigliari e dai miei amici e penso a dove sono stato e alle emozioni che ho provato. Ripenso al freddo, al tanto freddo con cui ho dovuto combattere per tre giorni ma sono contento. É stata un'esperienza bella. È andato tutto bene... insomma … con tutti questi pensieri che mi girano per il casco quasi non mi accorgo del resto della strada che mi rimane.
All’arrivo vedendo i miei amici mi sono commosso dalla gioia. Sono riuscito nell’impresa di un viaggio difficile nel vero senso della parola.
Spero con questo diario di viaggio di essere riuscito a farvi sentire l’emozione che si prova nel partecipare a questo raduno storico che i motociclisti ogni anno aspettano con ansia per sfidare il freddo e se stessi.
Vi porgo i miei saluti e spero che continuerete e seguire i nostri viaggi.
Un saluto.

                                                                                                              

Lo zio Riccardo


 
 
 
 
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